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Il processo di incastellamento va collocato nella seconda metà del X secolo, sotto la probabile spinta decisiva del conte Oderisio I di Valva ca'. 972-1003. E' del maggio 1093 la prima attestazione esplicita di questa struttura "castellu qui Pretoriano bocatur". All'avvento dei Normanni esso costituiva già una consolidata realtà economica e politica, inserito in un sistema di fortificazione comprendente i castelli circostanti di Popoli, Pacentro, Raiano, Vittorito, Prezza e Anversa. Nel corso del secolo XIII il castello è stato teatro di avvenimenti storici degni di nota. Nel 1229 l'esercito di papa Gregorio IX, guidato da Giovanni di Brienne, cacciò il duca di Spoleto dalla Marca, assediò Sulmona e conquistò il castrum di Pettorano. In una copia di un documento, datato 14 ottobre 1285, Roberto II d'Artois, reggente del reame, ordinò a Pietro di Sora, giustiziere dell'Abruzzo citeriore, di far distruggere il castello di Pettorano (fortellicia castri Pectorani), con la motivazione che questo avrebbe recato non precisati danni agli eredi del Regno, invitandolo a risparmiare solo l'abitazione del signore feudale. Pertanto, verosimilmente l'originario castello (la cui localizzazione non è certa) venne distrutto. La ricostruzione del nuovo impianto architettonico avvenne nella prima metà del XIV secolo. Già intorno al 1310 il feudo comprendente Pettorano era passato alla famiglia dei Cantelmo (venuta in Italia dalla Provenza al seguito di Carlo I d'Angiò), che lo amministrò fino al 1750. Ai Cantelmo seguì la famiglia dei Montemiletto fino al 1806, anno dell'abolizione del regime feudale. Oggi il Castello è parte integrante del Museo del territorio e le sale espositive vengono utilizzate per convegni, seminari, concerti, mostre temporanee e matrimoni civili.