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Tutto ciò DEVE essere mirato a:
E' necessario infatti che il numero di individui che vengono reclutati nella popolazione (nuovi nati) compensi o sia superiore al numero di individui che muoiono perché, data la dimensione ridotta di questa popolazione, i rischi allo stato attuale continuano ad essere elevatissimi.
Bisogna quindi intervenire per ridurre significativamente gli attuali livelli di mortalità di origine antropica (ad esempio attraverso la riduzione del bracconaggio o il controllo sanitario della fauna e degli animali al pascolo), dal momento che il conflitto con l'uomo rappresenta tutt'ora una delle principali cause di mortalità per l'orso, potenzialmente in grado di incidere in modo determinante sulla demografia della popolazione e quindi sulle sue capacità di persistenza (per far ciò, è anche necessario realizzare campagne di comunicazione e sensibilizzazione, fornendo le corrette informazioni, anche attraverso un processo partecipativo da parte delle comunità locali nella soluzione dei conflitti, al fine di incrementare il livello di sensibilità e tolleranza per questa specie).
Nel lungo termine la conservazione della specie si gioca soprattutto nelle aree esterne alla core area (area centrale) di presenza storica, dove comunque esistono aree ad elevata idoneità ambientale, connesse tra di loro da corridoi ecologici, dove possano insediarsi nuovi nuclei riproduttivi, in un contesto di meta-popolazione.
Infatti, dal momento che l'orso è una specie che per la sua sopravvivenza ha bisogno di territori molto ampi, risulta fondamentale, ai fini della conservazione della popolazione nel lungo termine (200 anni e oltre), favorire la sua espansione e il conseguente insediamento stabile di nuclei riproduttivi al di fuori dell'area centrale di presenza storica, coincidente oggi con i territori del Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise e delle aree ad esso limitrofe.
Infatti, osservando all'interno della core area un'ampia sovrapposizione dei territori dei maschi e delle femmine, con aree a regime di protezione minore, un elevato grado di sovrapposizione osservato fra gli orsi ed elevate densità osservate (3.5 orsi/100 km2), si può tranquillamente ipotizzare che la popolazione del PNALM sia prossima alla capacità portante.
L'espansione dovrebbe essere favorita attraverso due fattori:
Vari strumenti amministrativi, oltre quelli normativi già esistenti, sono stati messi a punto nel corso degli ultimi anni per tentare di dare piena attuazione alle azioni previste dal PATOM - Piano di Azione per la Tutela dell'Orso bruno Marsicano, in un contesto amministrativo come quello italiano complesso e frammentato, dove le competenze istituzionali e territoriali sono suddivise, sovrapposte e trasversali e considerando che lo stesso Piano di Azione è niente più che uno strumento di riferimento, di indirizzo e coordinamento, che non ha un valore cogente nell'impianto normativo italiano (in cui a tutt'oggi manca una vera e propria legge sulla fauna, essendo l'unica legge di riferimento la 157, che però si occupa perlopiù di questioni venatorie).
Proprio nell'ambito della attuazione dello stesso PATOM, l'impegno del Ministero dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare, negli ultimi 4 anni, si è concretizzato soprattutto nel favorire la collaborazione fra le Amministrazioni coinvolte nell'attuazione del piano di azione e nel fornire strumenti di supporto per tale processo e per rafforzare e coordinare l'impegno di tutte le Amministrazioni coinvolte nella sua attuazione, è stata promossa e coordinata negli ultimi anni la sottoscrizione e l'implementazione di due diversi Protocolli di intesa per l'attuazione del piano di azione stesso.
Pur fra varie difficoltà questi protocolli di intesa hanno in effetti rafforzato la sinergia di tutte le Amministrazioni coinvolte per l'attuazione del Piano di azione, come attestano le relazioni periodiche, di monitoraggio dello stato di avanzamento delle varie attività, che sono disponibili sul sito del Ministero dell'Ambiente.
Nell'ambito di tali Protocolli di intesa, per il suo funzionamento, sono state costituite:
Da rimarcare la differenza esistente tra il livello di indirizzo e coordinamento dell'AdG PATOM e i soggetti istituzionali con competenze territoriali e gestionali. Inoltre, in tale contesto è opportuno sottolineare la differente valenza tra atti decisionali / amministrativi, che si servono di uno strumento tecnico di riferimento e di supporto, quale il TTP.